Spartan: Total Warrior è un inno tecnologico ed estetico alla violenza di massa “classica”, quella fatta di decine e decine di combattenti sul campo da guerra, di carneficina massiva e caotica nella quale furia cieca e tecnica ragionata devono andare a braccetto. La base tecnologica per rendere possibile questi scontri è un motore grafico pluriosannato, capace di muovere qualcosa come centosettanta combattenti su schermo allo stesso tempo, mantenendo sempre fluida l’azione senza rinunciare a un dettaglio e una pulizia delle texture di tutto rispetto. I combattenti, certo, sono abbastanza blocchettosi, e si muovono spesso con scarsissimo realismo, ma nel complesso il motore grafico mette in scena il caos in maniera più che ottima.
Lo spirito estetico del gioco, dal canto suo, è peculiare. La tecnologia connota, muove, dona di immagini e suoni ambienti saturi di personaggi, dando vita a carneficine nelle quali il giocatore si muove brandendo spade, affondando lame e spazzando via ed eventualmente mutilando anche una mezza decina di nemici alla volta.