Mortal Kombat è un videogioco picchiaduro a incontri sviluppato dalla Midway Games nel 1992, periodo in cui il successo di Street Fighter II aveva causato una grande diffusione dei beat ‘em up. Mortal Kombat fu l’unico gioco a risaltare tra tutti questi cloni e a concorrere contro Street Fighter II per via di grafica e gameplay innovativi.
Il Mortal Kombat è un grande torneo di arti marziali aperto a tutti che si svolge ogni generazione: guerrieri da tutto il mondo si riuniscono per testare chi sarà il campione assoluto. Pochi sanno in realtà che il torneo non è altro che il mezzo attraverso cui l’Outworld può impossessarsi della Terra.
Il Mortal Kombat si tiene sull’isola di Shang Tsung, un potente e malefico stregone che ha ingannato la morte con i suoi sortilegi e che è in grado di impossessarsi delle anime dei propri avversari, rigenerando così il proprio corpo. Shang Tsung è appoggiato dalla razza Shokan, rappresentata dal principe Goro, mezzo uomo e mezzo drago, un essere millenario che ha battuto in passato il grande maestro Kung Lao ed ha totalizzato 9 vittorie consecutive, e da Reptile, uno strano ninja-rettile della ormai estinta razza degli Zaterrian. Per consegnare all’imperatore dell’Outworld Shao Kahn le chiavi del regno della Terra, Shang Tsung ed i suoi guerrieri devono vincere 10 volte di seguito il Mortal Kombat e, poiché la Terra ha perso gli ultimi nove, il decimo torneo è quello decisivo.
Raiden, dio del tuono e protettore della Terra, non è disposto a perdere il suo reame ed insieme ad un gruppo scelto di guerrieri scende in campo per scontrarsi con le forze dell’Outworld. Con lui ci sono Liu Kang, un monaco guerriero, Johnny Cage, una star del cinema, Scorpion,un ninja spettro, e Sub Zero, membro del clan Lin Kuei, clan ninja rivale di quello di Scorpion. Nel gruppo rientra anche Sonya Blade, un agente delle forze speciali in cerca del pregiudicato Kano, leader del clan criminale Dragone Nero, che ha teso una trappola alla squadra di Sonya uccidendone un compagno e ed è fuggito sull’isola di Shang Tsung.
Sarà Johnny Cage a sconfiggere Goro, mentre Liu Kang sconfiggerà Shang Tsung e vincerà il Mortal Kombat: egli si dimostra così l’Eletto, discendente di Kung Lao, primo detentore del torneo. Kano, invece, riuscirà a scappare da Sonya Blade, ma verrà insieme ad essa catturato da Shao Khan.
Mortal Kombat ricalca la struttura di gioco di Street Fighter II, ma introduce diverse innovazioni nel gameplay e nella grafica, spiccando in mezzo ai numerosi cloni del gioco della Capcom, che in quegli anni vennero prodotti in grande quantità.
I personaggi sono stati realizzati digitalizzando dei veri attori. Ai tempi la grafica digitalizzata veniva usata raramente per caratterizzare dei personaggi giocabili: a causa delle limitazioni tecniche dell’epoca, la digitalizzazione si adattava male alla velocità richiesta da un picchiaduro. Il primo tentativo avvenne pochi anni prima con Pit-Fighter, picchiaduro dell’Atari, che, pur risultando un esperimento interessante e che fece parlare di sè, risentiva di una giocabilità che veniva seriamente compromessa a favore della grafica (che comunque risultava ancora alquanto approssimativa). I programmatori Mortal Kombat, invece, sono riusciti a realizzare un gioco con una grafica molto pulita, in cui anche nelle fasi più concitate, gli sprite non subivano rallentamenti, flickering o sfarfallii.
Il sistema di controlli si discosta decisamente da quello di Street Fighter II. Benché vi siano 5 pulsanti, il loro uso è completamente diverso rispetto al gioco Capcom e implica nel giocatore una certa pianificazione nel loro uso. Vi sono due pulsanti corrispondenti ai calci e altri due corrispondenti ai pugni: ogni attacco può essere eseguito nella versione alta o bassa anziché essere divisi esclusivamente per intensità, come accadeva in SFII. L’innovazione più grande fu senza dubbio quella dell’inserimento di un tasto apposito per parare i colpi. Prima di allora (e ancora per molto tempo a seguire) in questo tipo di videogiochi la parata solitamente veniva eseguita premendo il tasto per far indietreggiare il personaggio mentre l’avversario stava attaccando; questo, se da un lato era il modo più intuitivo per realizzarle, dall’altro faceva sì che molte parate avvenissero in modo casuale e fortuito da parte del giocatore, che in quel momento voleva fare tutt’altro, come cercare di eseguire una mossa speciale o semplicemente spostare il suo personaggio; inoltre risultava impossibile spostare all’indietro il proprio personaggio durante un attacco poiché questo si metteva automaticamente in posizione di parata. Con l’introduzione del tasto block la parata diventa un’azione che il giocatore deve pianificare con attenzione, sapendo che durante la parata il suo personaggio rimane completamente immobile. L’unico movimento concesso durante la parata è quello per far accovacciare o rialzare il personaggio: durante una parata eseguita in piedi, infatti, il personaggio è completamente vulnerabile agli attacchi bassi, e viceversa. Inoltre la parata comporta una minima perdita di energia qualunque sia l’attacco subito, a differenza degli altri picchiaduro in cui la cosa avveniva solamente nel caso delle mosse speciali e non dei colpi canonici, che non causavano perdita di energia all’avversario in parata.
Indipendentemente dal personaggio utilizzato, i tasti dei pugni e dei calci ottengono effetti diversi a seconda che vengano premuti da soli, muovendo la levetta in avanti, indietro, saltando da fermi o in movimento (e ovviamente differiscono a seconda del fatto che si utilizzi l’attacco alto o basso). Anche in questo caso al giocatore meno esperto non viene lasciata molta possibilità di utilizzare a casaccio le mosse base, poiché ogni singolo attacco richiede un certo tempo per essere realizzato e ugualmente implica il fatto che chi lo utilizza per un certo periodo rimanga completamente vulnerabile ad eventuali contraccolpi avversari. I pugni, ad esempio, sono molto veloci e possono essere eseguiti a ripetizione, ma il loro danno è minimo ed è molto facile per l’avversario riuscire a interromperli con una parata, dato che il personaggio colpito rimane comunque in piedi. Al contrario, colpi come il montante o lo sgambetto hanno una grande potenza e gettano al tappeto l’avversario, che quindi rimane ulteriormente sguarnito per alcuni istanti e può essere bersagliato con delle combo. Questi colpi, però, nel caso in cui l’attacco vada a vuoto, lasciano completamente indifeso il giocatore che li esegue, che per alcuni istanti non ha la possibilità di pararsi o di muoversi. Tutte queste particolarità fanno sì che sia molto difficile vincere, ad esempio, chiudendo un personaggio nell’angolo, dato che è comunque sempre possibile difendersi in qualche modo dalle raffiche di pugni e contrattaccare; in SFII, invece, spesso il computer non lasciava scampo in certe situazioni, complice anche lo stordimento delle famose “stelline”, che qui sono state eliminate. Il gioco non era, tuttavia, esente da alcune tecniche che garantivano che il colpo andasse sempre a segno. Giocando contro la CPU, ad esempio, era possibile colpire sempre l’avversario utilizzando calci volanti da debita distanza, in modo da colpirlo solo con la punta del piede; in quei casi l’avversario non utilizzava mai la parata e veniva sempre mandato al tappeto, se non in rarissimi casi. Questo era il modo più utilizzato da chi tentava di eseguire una flawless victory (ovvero un perfect), ad esempio per poter incontrare Reptile.
Nel coin-op i pulsanti erano disposti a forma di X in modo che per il giocatore fosse intuitivo capire quale tasto premere per eseguire l’attacco alto o basso. Il tasto per la parata era posto al centro; la configurazione standard per la tastiera utilizzava i tasti 7 9 5 1 3 del tastierino numerico, disposti anch’essi a X.
L’aspetto principale per cui Mortal Kombat ebbe successo fu la violenza che caratterizzava il gioco. Quando i personaggi venivano colpiti sgorgavano grandissimi fiotti di sangue, che vennero molto apprezzati dai giocatori dell’epoca e che crearono non pochi problemi di censura. Il sangue, unito alla grafica realistica e ad effetti sonori ben realizzati, fornì una concretezza ai colpi dei personaggi per cui si aveva realmente l’impressione di far male ad un corpo in carne ed ossa, ed anche questo differenziava enormemente Mortal Kombat dai picchiaduro in stile SFII. Un altro aspetto che fece grande scalpore e rimase un marchio di fabbrica di Mortal Kombat (imitato in giochi come One Must Fall 2097), fu la presenza delle fatality, mosse con cui il vincitore, al termine dell’incontro, aveva la possibilità di uccidere l’avversario con un colpo di estrema violenza. Un “tocco di classe”, inutile ai fini del gioco, ma certamente spettacolare, era la possibilità di gettare l’avversario sconfitto giù dal ponte nello schermo del pit: colpendolo con un montante, questo veniva scaraventato giù dal ponte, finendo contro degli spuntoni presenti nel fondale che lo trafiggevano. Tutti questi particolari fecero sì che alcune conversioni subissero alcune censure più o meno pesanti: su alcune piattaforme venne eliminato il sangue, fu eliminata la possibilità lanciare il personaggio nel “pit” e alcune fatality furono modificate per risultare meno cruente. Nelle conversioni per Amiga e Sega Mega Drive era possibile re-introdurre la violenza tramite un cheat code, mentre nella versione per Super Nintendo non vi era modo di aggirare la censura, comunque limitata all’eliminazione dei dettagli macabri e alla sostituzione di alcune fatality. È inoltre curioso come, dopo l’esecuzione di una fatality, il bonus corrispondente fosse stato cambiato da “Fatality”, appunto, in “Finishing bonus”. La versione per pc, invece, risultò la più fedele, in quanto conservò tutti i particolari del gioco e anche sul piano tecnico conservò integralmente le caratteristiche grafiche, sonore e la velocità di gioco; la cosa non era da dare per scontata, dato che ai tempi i computer difficilmente supportavano giochi dall’elevata velocità: la prima conversione per pc di Street Fighter II, infatti, era risultata un fiasco clamoroso proprio per via della sua lentezza.
* Johnny Cage – Star hollywoodiana di grande successo, partecipa al torneo per smentire le critiche che lo etichettano come finto maestro di arti marziali.
* Kano – Leader dell’organizzazione criminale Drago Nero, è in fuga da Sonya dopo aver ucciso un suo compagno di squadra.
* Liu Kang – Monaco shaolin, partecipa al torneo per scoprire chi è l’assassino del fratello.
* Raiden – Dio del fulmine e protettore della Terra, alleato con i terrestri per impedire che Shang Tsung si impossessi del loro Regno.
* Scorpion – Un ninja non-morto, resuscitato al servizio di Shang Tsung. Il suo vero intento è vendicare la sua morte avvenuta prematuramente a causa di Sub-Zero.
* Sonya Blade – Agente di un gruppo di forze speciali, è in cerca di vendetta nei confronti di Kano per aver ucciso un suo compagno di squadra.
* Sub Zero – Un ninja del clan del Lin-Kuei, assoldato per assassinare Shang Tsung.
* Reptile (avversario nascosto; non utilizzabile) – Guardia del corpo di Shang Tsung. Compare saltuariamente prima dell’inizio degli incontri lasciando degli indizi su come affrontarlo.
* Goro (primo boss finale; non utilizzabile) – Mezzo umano e mezzo drago, appartiene alla razza degli shokan, di cui è il principe. È campione del Mortal Kombat da 500 anni e autore della morte di Kung Lao, primo campione del Mortal Kombat e antenato di Liu Kang.
* Shang Tsung (boss finale; non utilizzabile) – Uno stregone al servizio dell’imperatore Shao Kahn, in grado di risucchiare l’anima ai suoi avversari sconfitti. Ha l’ordine di vincere per 10 volte consecutive il Mortal Kombat per poter conquistare il Regno della Terra.
Il gioco è strutturato ad incontri, di cui bisogna vincere due round. Non appena viene scelto il personaggio (su sette disponibili), al giocatore viene mostrato l’ordine con cui dovrà sfidare gli altri lottatori. I primi sei incontri vengono svolti contro gli altri personaggi, in ordine casuale, dopodiché il giocatore deve combattere contro il suo stesso personaggio nel cosiddetto mirror match. In seguito vi sono tre incontri chiamati endurance match, altra novità introdotta da Mortal Kombat, in cui il giocatore deve combattere contro due avversari (nel quale non rientra mai il personaggio selezionato): in ogni round, non appena sconfitto il primo avversario, ci si dovrà scontrare, senza recuperare energia, con il secondo personaggio, che entra nello schermo mentre il primo cade a terra (nelle versioni SNES e Mega Drive si dissolve con una fiammata, come ad essere un riferimento alle illusioni create da Shang Tsung). Al termine del terzo endurance match, fa la sua comparsa Goro, un gigantesco mostro antropomorfo con quattro braccia. Sue caratteristiche sono la grandissima forza dei suoi attacchi e la grande difficoltà di colpirlo con delle combo. Se si tenta di allontanarsi troppo da lui, Goro lancia un attacco a distanza che sottrae quasi un terzo di energia. La sua grande velocità di movimento, inoltre, rende molto difficile riuscire a trovare la distanza giusta per effettuare attacchi. Goro è anche in grado di saltare da una parte all’altra dello schermo e schiacciare l’avversario: durante questo attacco però Goro rimane completamente indifeso a qualunque attacco. È curioso il fatto che, pur combattendo in una prigione sotterranea, la vittoria di Goro venga sottolineata con degli applausi. Dopo aver sconfitto Goro, ci si deve scontrare con Shang Tsung, in grado di assumere la forma di tutti i personaggi del gioco, compresi Goro e il personaggio utilizzato dal giocatore. È da notare che Shang Tsung dispone di pochissimi sprite rispetto agli altri personaggi, infatti tranne che per lanciare le palle di fuoco che per spostarsi velocemente all’indietro, qualsiasi altro attacco base richiede che egli sia trasformato in un altro personaggio.
Ogni tre incontri, vi è uno stage bonus dove il giocatore deve riuscire a rompere un blocco di un materiale più o meno resistente, premendo a ripetizione i tasti di attacco basso per far crescere una barra di energia e sferrando il colpo col tasto block quando la barra supera il limite necessario richiesto. Giocando semplicemente contro la CPU è impossibile riuscire a partecipare a più di tre bonus stage, ma utilizzando anche un secondo giocatore è possibile visionare tutti gli stage bonus, dove si arriva a dover rompere materiali sempre più duri, fino ad arrivare addirittura al rubino e al diamante.
Fatality
Dopo che un personaggio ha vinto il secondo round, una voce cavernosa urla Finish him! (o Finish her! se l’avversario è Sonya Blade) e tale scritta, eseguita col sangue, compare sullo schermo. A quel punto il giocatore ha a disposizione pochissimi secondi per realizzare una mossa chiamata fatality, con cui uccidere definitivamente il suo avversario e guadagnare un ulteriore bonus. Se la combinazione è eseguita correttamente, sia come sequenza di tasti, sia come distanza spaziale, lo sfondo si oscura e il personaggio compie la fatality.
Sub-Zero Con un montante, il ninja stacca la testa all’avversario e la solleva come un trofeo; il particolare più macabro è il fatto che la spina dorsale rimane ciondolante e sanguinante attaccata alla testa. Sub-Zero fa un salto all’indietro, congela l’avversario, e dopo essersi riavvicinato con un altro salto sferra un pugno che distrugge il corpo congelato. Probabilmente la fatality che fece più scalpore e decretò il successo di tale personaggio.
Scorpion Si toglie la maschera rivelando un teschio al posto della testa e con una fiammata incendia l’avversario, di cui rimane solo uno scheletro fumante che si accascia a terra Si toglie la maschera rivelando un teschio al posto della testa e con una fiammata incendia l’avversario, di cui rimane solo uno scheletro fumante che si accascia a terra Questa fatality creò non pochi problemi nelle prime versioni arcade quando si voleva combattere contro Reptile. Infatti era assolutamente vietato utilizzare la parata (necessaria per la fatality). Il bug venne sistemato nelle versioni successive.
Sonya Blade Con il gesto simile a quello di un bacio, lancia dalla bocca una palla luminosa che, dopo aver volteggiato in aria, incendia l’avversario. Con il gesto simile a quello di un bacio, lancia dalla bocca una palla luminosa che, dopo aver volteggiato in aria, incendia l’avversario. Anche questa fatality, facendo uso del tasto della parata, impediva la lotta contro Reptile nelle prime versioni arcade del gioco.
Johnny Cage Con un montante stacca di netto la testa all’avversario, facendola rotolare per lo schermo. Cage effettua la tecnica del “Calcio Ombra” a distanza ravvicinata dall’avversario, bucandogli lo stomaco col piede.
* Se questa fatality viene eseguita durante l’ultimo endurance match, la testa rimane sullo schermo anche durante il primo round contro Goro.
* Nella versione arcade, ripetendo velocemente la sequenza di tasti, è possibile far eseguire due volte la fatality a distanza di pochi secondi.
Kano Kano, infilando una mano nel petto dell’avversario, gli strappa il cuore ancora pulsante e lo solleva al cielo. È stato rimosso il cuore, quindi la mano di Kano risulta vuota. Un’altra delle fatality più violente.
Raiden Con una scossa elettrica fa esplodere la testa dell’avversario in una bolla di sangue. Con la stessa posa della fatality originale, elettrifica l’avversario fino a renderlo un cumulo di polvere, del quale rimane intatto solo il teschio. È una delle fatality con pose uguali in tutte le versioni.
Liu Kang Dopo averlo colpito con due calci rotanti mentre esegue una capriola, con un montante lancia fuori dalla visuale l’avversario, il quale ricade a terra solo pochi secondi dopo. Liu Kang non colpisce l’avversario con i calci durante la capriola. Inoltre, se eseguita a grande distanza, Liu Kang non colpisce l’avversario, che resta barcollante fino all’oscurarsi dello schermo.
* È l’unica fatality dove lo schermo non si oscura, e che non agisce martoriando il corpo dell’avversario, la cui morte può solo essere immaginata in virtù della grande caduta.
* Se viene eseguita nello schermo del pit, l’avversario ricade tra gli spuntoni presenti sotto il ponte.
Pit Fatality Al Finish him!/her!, è sufficiente eseguire un montante contro l’avversario per scagliarlo tra gli spuntoni, questi ultimi pieni di corpi trucidati e teste mozzate (che corrispondono ai programmatori del gioco). Il nemico non si infilza sugli spunzoni (privi di dettagli macabri), ma cade sul terreno.
* Questa fatality può essere eseguita da qualunque combattente, ma solo nello stage The Pit.
* L’unico che può eseguire questa fatality in combinazione con propria la fatality è Liu Kang, in quanto dopo aver eseguito una capriola colpisce l’avversario con un potente montante.
Goro e Shang Tsung non hanno fatality e non è possibile eseguirle su di loro, cosa invece possibile su Reptile, che farà guadagnare al giocatore 1.000.000 di punti. Dopo aver subito una sconfitta, non è raro subire la fatality da parte del giocatore controllato dalla CPU, cosa che però non avviene mai nella versione per SNES.
Differenze nella serie
Midway Games ha creato diversi seguiti per le console, computer e Arcade, e ad ogni seguito ha incrementato la brutalità e gli altri valori della serie. Con Mortal Kombat 4 la serie è passata alla grafica tridimensionale, abbandonando così la digitalizzazione dei personaggi. Mortal Kombat: Deadly Alliance è stato il primo a non essere pubblicato per le sale giochi, ma solo per il mercato casalingo. Gli ultimi capitoli hanno aperto una nuova era nella serie e sono del tutto simili tra loro (per questo sono state mosse anche alcune critiche). Mortal Kombat: Deception ha introdotto nuove modalità, una simile al gioco Tetris, una di avventura e una di scacchi. In Mortal Kombat: Armageddon ci sono la Modalità konquista con protagonista Taven e la Modalità Kombat Motori, cioè Motor Kombat.
In alcuni seguiti le “Fatality” sono state affiancate da altri tipi di mosse:
* Animality: permettono di trasformarsi in un animale e di massacrare il nemico.
* Brutality: consentono di ridurre a pezzi l’avversario con una combo lunghissima, come per le Ultra Combo di Killer Instinct, ma eseguite dopo il “Finish him!/her!”, e non durante una combo già iniziata come in Killer Instinct.
* Friendship: i personaggi si rendono il più delle volte ridicoli senza uccidere l’avversario.
* Babality: il vincitore trasforma l’altro combattente in un bambino vestito a tema.
* Harakiri: l’avversario sconfitto poteva suicidarsi al posto di essere ucciso dall’avversario, cosa peraltro presente solo nel capitolo Deception.
Mortal Kombat è uno dei primi giochi di combattimento ad aver introdotto personaggi segreti, da sbloccare o “trovare” solo attraverso determinati passaggi e altri Easter egg.
È possibile scontrarsi con un personaggio nascosto, Reptile (un mix tra Sub Zero e Scorpion), soltanto eseguendo una doppia Flawless Victory senza utilizzare la parata e facendo la Fatality all’aversario nello stage The Pit. Sempre nello stage The Pit, è possibile vedere, di tanto in tanto, delle figure passare vicino alla luna (Babbo Natale, la Befana e degli ufo). Ancora nello stage The Pit, quando si fa cadere l’avversario negli spuntoni è possibile vedere vari corpi e teste infilzate: sono i programmatori della Midway. Nello stage The Courtyard, i monaci di sfondo sono sempre i programmatori della Midway.
La popolarità del personaggio Goro ha fatto sì che un gran numero di giocatori si aspettasse di ritrovarlo in Mortal Kombat II e centinaia di lettere negli anni sono arrivate alle maggiori testate di videogiochi chiedendo il modo per sbloccarlo, finché una di queste ha dovuto pubblicare una lettera in cui si stabiliva pubblicamente che Goro non era presente in Mortal Kombat II. Ad alimentare le voci, peraltro, fu la Midway stessa: nella prima schermata della presentazione di MKII (in versione arcade) compare infatti la sibillina scritta Is Goro really dead?
Dopo il flop ricevuto dal secondo episodio, i tentativi di mettere in studio un terzo film sono falliti più volte. Dopo l’ennesima prova di sviluppo si è parlato di una possibile uscita nel 2010, con Christopher Morrison alla regia e in cerca di fondi per avviarne la produzione[1]. Il tutto è stato nuovamente bloccato all’inizio di una causa legale per i diritti cinematografici della serie tra Midway Games (produttore del videogioco) e Treshold Entertainment (studio cinematografico produttore dei due film), poi ritirata dopo l’acquisto della Midway da parte della Warner Bros. e il conseguente passaggio di proprietà. Le riprese sarebbero dovute iniziare a settembre 2009.
A sorpresa, nel mese di giugno del 2010, è comparso su YouTube un trailer promozionale in cui vengono presentati i personaggi del terzo capitolo intitolato Mortal Kombat: Rebirth. Secondo i realizzatori, sarà il film dedicato alla saga di Mortal Kombat “più violento che abbiate mai visto”
Fonte Wikipedia.