L’attesa dei fans di Lara Croft potrebbe essere quasi terminata. E’ vero che per l’uscita dell’ultimo capitolo della saga di Tomb Raider ci vuole ancora un anno, ma la casa sviluppatrice Square Enix ha finalmente lasciato trapelare qualcosa. Nolan Hughes, direttore creativo del gioco, durante l’ultimo E3 di quest’anno si è concesso ai microfoni per parlare delle nuove funzionalità di Tomb Raider.
L’ultimo capitolo inizierà in una fase molto precoce nella vita di Lara, alla tenera età di 21 anni, subito dopo essersi laureata, quando decide di imbarcarsi per la sua prima avventura. Lara si ritrova naufraga in una tempesta mentre si stava recando in Giappone. I particolari del naufragio ve li lasciamo gustare attraverso il trailer, ma in sintesi possiamo dire che, ancora una volta, gli sviluppatori hanno voluto indagare sul passato della nostra eroina, come già fatto in altre versioni del gioco in cui si è tornati indietro nei ricordi di Lara, per vedere come tutto è cominciato. A furia di tornare indietro non fatichiamo a credere che nel prossimo capitolo vedremo Lara alla scuola elementare.
Sfruttando la potenza delle console di ultima generazione, la Enix vuol sorprendere il giocatore con una grafica che, in molti punti, si confonde con quella dei film, e persino Lara Croft somiglia molto alle ultime versioni cinematografiche del suo personaggio (vedi Allison Carrol) che all’eroina dei primi capitoli. Cosa ci attende di nuovo? In primis un meccanico di fuoco innovativo, che viene utilizzato alla luce degli oggetti che troveremo lungo il cammino e che serviranno per risolvere enigmi nelle buie caverne dell’isola.
E’ sorprendente come i programmatori siano riusciti ad includere nel gameplay persino gli aspetti esterni all’apparenza insignificanti come il vento, l’acqua e l’attrito, dettagli che senza dubbio fanno fare il salto di qualità al gioco. Inoltre per quei giocatori spaventati dalla difficoltà degli enigmi che, a volte, c’è bisogno di giorni per risolvere, è stata introdotta la modalità “istinto di sopravvivenza” che si attiva quando Lara è ferma, e consiste nell’illuminare gli oggetti vicini utilizzabili come le sporgenze che, ad uno sguardo disattento, possono sfuggire.
Il resto è il classico format di Tomb Raider: leve nascoste, luoghi chiusi da aprire, combattimenti ed enigmi. Gli scontri a fuoco che tanto hanno fatto felici i fans dopo i primi due capitoli in cui c’erano soltanto belve da sparare, sono stati potenziati. Se proprio si deve trovare qualche difetto, possiamo indicarlo nei gemiti di Lara che, delle volte, possono essere scambiati con qualcosa di scabroso che può distogliere l’attenzione dalla fluidità del gioco, e forse questo, nel processo di “umanizzazione” di Lara, è un passo indietro. Ma per il resto non ci possiamo affatto lamentare, visto che i dettagli sono da premio Oscar. Crystal Dynamics infatti ha spesso utilizzato il full motion capture per mostrare le performance dei suoi attori, in modo che tutti i movimenti del corpo e le espressioni facciali potessero essere catturate dall’occhio dell’utente, tanto da far sembrare i personaggi tanti avatar umani. Vedremo se in questi mesi che ci separano dall’uscita del nuovo capitolo (che forse potrebbe anche chiamarsi semplicemente Tomb Raider), qualche altra chicca verrà inserita.