Gli hacker sono dappertutto, o forse il numero della nostra carta di credito è dappertutto? Fatto sta che, negli ultimi mesi, possiamo dire che il nostro interesse per i videogiochi ha esposto a serio rischio la nostra carta di credito, e non certo perché abbiamo investito tutti i nostri soldi nei capolavori ludici in uscita. Dopo PlayStation Network, infatti, anche Steam ha dichiarato ufficialmente di avere subito un attacco da parte di un gruppo di hacker, partito dal loro forum e poi estesosi ai server del market.
La paura da parte del presidente Gabe Newell è che, essendosi impossessati di dati come l’indirizzo di fatturazione e qualsiasi altro recapito personale degli utenti registrati al servizio, gli hacker siano riusciti anche ad entrare in contatto con i codici criptati delle carte di credito, e possano aver iniziato ad utilizzarne il denaro contenuto.
Per questo, Steam ha invitato i suoi utenti a verificare tutti i movimenti relativi al loro credito sulla carta, così da segnalare se vi sono dei soldi mancanti, e a quale spesa essi siano stati destinati dagli hacker.
Viene da chiedersi, dopo questo scandalo che stranamente sta facendo discutere molto meno di quanto accadde per il PSN, quanto le grandi compagnie tecnologiche odierne siano competenti in materia di protezione dei nostri dati, dei quali ci assicurano l’assoluta privacy e la non diffusione.
Noi utenti paghiamo per un servizio che ci viene garantito come sicuro, e per la seconda volta in poco tempo ci troviamo innanzi ad un serio disagio. Sarebbe effettivamente il tempo che anche i nostri interessi e la nostra sicurezza, oltre a quella dei developer e dei produttori dei videogiochi, venissero salvaguardati.
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