La saga di Persona si è evoluta in modo diverso dal solito durante gli ultimi anni. Nato come un RPG con tematiche religiose, si è staccato dal gioco di ruolo alla Doom per “mangasizzarsi” in stile Pokemon, fino a quando, con Persona 3 sbarcato su PlayStation 2 ha ottenuto la consacrazione dell’Olimpo dei videogiochi. Persona 4 ha dunque un’eredità pesante da mantenere, ma gli sviluppatori di Arc System non sembrano volerne sapere di reggerne il peso.
Per questo per ora sembrano vogliano confinare The Ultimate in Mayonaka Arena sul mercato giapponese, anche perché non sanno come verrà presa quest’ennesima inversione di rotta. Persona 4 infatti è diventato un gioco di combattimento alla Street Fighter, in quanto incarna anche molte delle caratteristiche del 2D.
Alcuni dei personaggi e dei demoni dei vecchi capitoli ce li ritroveremo nell’arena a combattere tra di loro, senza andare alla ricerca di nuovi incantesimi, ma essendo costretti ad imparare le combo. E qui si incastrano le caratteristiche di altri picchiaduro come le peculiarità di ogni personaggio (c’è chi è bravo con la spada, chi con i pugni, ecc.), con i combattimenti che avvengono in squadre da due.
Da bravo fighting-game che si rispetti, ogni personaggio ha la sua mossa speciale, ispirata agli status specifici della versione del gioco di ruolo, a cui si aggiunge una sorta di “limit” che si può utilizzare quando una barra SP, presente nella parte bassa dello schermo, si riempie in seguito ad una serie di colpi. I giocatori possono così decidere di usare una super-mossa piuttosto che un’altra, a seconda del numero di SP che vogliono consumare.
L’idea è rischiosa e per questo, prima di annunciare l’uscita in Europa ed in America, gli sviluppatori vogliono vedere come verrà accolta in Giappone dove uscirà a metà marzo. Gli appassionati nei forum sembrano eccitati dall’uscita di questo nuovo capitolo, ma lo saranno anche dopo averlo provato? C’è infatti il rischio che se le critiche saranno troppe, Persona 4 potrebbe anche non arrivare mai in Europa.