Viene da chiedersi come sia possibile, nel 2012, che ci siano ancora pregiudizi di questo genere sui videogiochi, e se questi si estingueranno mai. Due membri del congresso americano, infatti – il repubblicano Frank Wolf ed il democratico Joe Baca – hanno presentato la proposta di apporre sulle confezioni dei videogiochi delle etichette indicanti il pericolo che questi ultimi costituiscono, in maniera tale da rendere informato al cento per cento l’acquirente.
Etichette di pericolo, insomma, proprio come quelle che siamo abituati a vedere sui pacchetti di sigarette. Immaginiamo già un testo del tipo “ATTENZIONE: l’esposizione ai videogiochi genera individui violenti“, e la cosa ci fa rabbrividire non poco. Fortunatamente, l’Entertainment Software Association ha deciso di rispondere ai due politici, difendendo la posizione tanto cara a tutti noi giocatori.
“Nello stesso modo in cui informiamo i fumatori dei pericoli che corre la loro salute con il tabacco, dovremmo informare i genitori ed i bambini delle prove crescenti che dimostrano una relazione tra videogiochi violenti ed atteggiamenti violenti” ha motivato Frank Wolf, “sono un padre ed un nonno, e penso che sia importante che le persone sappiano tutto ciò che possono sulla natura estremamente violenta di quei giochi“. La proposta dei due politici, precisiamo, esenterebbe dall’etichettatura tutti i videogiochi indicati come adatti per i bambini dall’ESRB, l’ente che indica la fascia d’età adeguata per il titolo in analisi.
Come dicevamo, la risposta dell’Entertainment Software Association non si è fatta attendere: “Numerosi esperti di medicina, autorità della ricerca e corti del Paese, compresa la Corte Suprema degli Stati Uniti, hanno analizzato la ricerca che Baca utilizza per fondare la sua proposta, e l’hanno ritenuta incompleta e non convincente. Ricercatori indipendenti hanno inoltre dimostrato che non ci sono collegamenti tra i videogiochi e la violenza reale. Vorremmo informare Baca e Wolf anche delle fiorenti ricerche che indicano i videogiochi come un innovativo mezzo di apprendimento, sopratutto su materie centrali nell’insegnamento come le scienze, la tecnologia, l’ingegneria e la matematica“. Una risposta intelligente e tagliente che ci sentiamo di sottoscrivere.