I tempi in cui Square Soft, fra tutte, andava online a censire i fansite dedicati ai suoi capolavori per poi inviare ai webmaster dei migliori delle e-mail di complimenti e congratulazioni per il loro lavoro appassionato e certosino, sembrano lontanissimi. Le software house odierne preferiscono far parlare di sé attraverso gli avvocati, anche a scapito dei rapporti con il suo stesso pubblico.
È l’ennesima scaramuccia legale di cui vi parliamo, quella di Bethesda Softworks, che già fece causa qualche mese fa a Mojang intenzionata ad utilizzare il controverso titolo Scrolls per un suo videogame, a denotare probabilmente uno staff di avvocati parecchio agguerrito e determinato per la software house statunitense parte di ZeniMax Media. Questo volta, però, la vittima non è la concorrenza all’interno dell’industria dei videogames, ma un povero fan con la sola colpa di essersi appassionato un po’ troppo all’universo Fallout, serie di cui Bethesda è autrice.
Il ragazzo, infatti, colpito dallo stile retrò proposto dai poster presenti all’interno del gioco, ha deciso di dar sfogo alla sua creatività e alla sua arte realizzandone di totalmente nuovi, ispirati allo stile e ai prodotti già visti in Fallout. Ecco quindi il poster pubblicitario della Sunset Sarsaparilla, di cui a New Vegas andavano ghiotti, o quello dedicato alla sicurezza dei Vault, tutti ben realizzati e davvero fedeli, in quanto a stile grafico, a quelli mostrati in Fallout 3 e Fallout New Vegas.
Soddisfatto dal suo lavoro, il ragazzo, Løken Andersen, ha deciso di condividere gratuitamente i suoi poster sul web, lasciando che altri fan della saga potessero scaricarli e stamparli. Un vero successo, quello di Andersen, che pur non avendo all’interno del suo sito nemmeno un banner pubblicitario da cui avrebbe potuto trarre guadagno, si è visto recapitare una minacciosa lettera da parte degli avvocati del team Bethesda, che lo invitava a rimuovere tutti i poster dal sito, in quanto di loro proprietà (in realtà, come detto, i lavori erano del tutto inediti) e a cedere il dominio dello stesso, poiché l’indirizzo fallout-posters.com contiene al suo interno il marchio registrato che intitola il gioco. In caso contrario, si sarebbe proceduto per vie legali.
Løken Andersen non ha potuto far altro che obbedire, anche se ha deciso di inoltrare agli avvocati una mail attraverso la quale ha fatto valere le sue ragioni e ha fatto presenti le norme vigenti in Norvegia, dove risiedono lui ed i server del sito. Vedremo come la diatriba legale andrà a finire, ma ciò che è certo è che Bethesda dovrebbe insegnare ai suoi avvocati ad avere maggior rispetto per l’innocente passione dei suoi videogiocatori, dalla moneta sonante dei quali dipendono la vita ed il benessere di tutti gli sviluppatori del team.
Ed anche quelli dei suoi avvocati.