Lo scrittore statunitense, John L. Beiswenger, ha deciso di avviare una causa contro Ubisoft e contro il suo franchise Assassin’s Creed a causa di diverse similarità riscontrate tra la sceneggiatura del colossal videoludico e la trama del suo romanzo sci-fi, Link. Anche il romanzo, infatti – uscito nel 2003 – trarrebbe le sue fondamenta dall’idea che all’interno delle persone sopravvivano i ricordi ancestrali, anche se Beiswenger include tra le similarità anche l’uso di diverse parole e di altri temi narrativi.
In particolare, nella sua denuncia l’autore cita un estratto da pagina 290 del romanzo, dove si vede anche un chiaro accenno alla figura di un assassino, poi divenuto d’ispirazione per Ubisoft:
– Se John Wilkes Booth avesse generato un figlio dopo aver assassinato Lincoln, e trovassimo oggi il suo discendente in vita, potremo ricollocare Booth nella scena e forse sentire ancora l’odore di polvere da sparo.
– Memorie ancestrali?
– Portano indietro nel tempo quanto vuoi.
La somiglianza, da questi scorci, è abbastanza netta, ma viene il dubbio che davvero Ubisoft abbia mai davvero letto il romanzo Link.
Beiswenger però non si è fermato qui, e ha proposto altri esempi di attinenza tra le due diverse opere: si parla ad esempio della tecnologia utilizzata per riportare a galla i ricordi, o dei toni spirituali e biblici della narrazione, con riferimenti a Gesù, Dio, il Giardino dell’Eden ed il frutto proibito, sul quale in effetti verte la trama della saga degli Assassini.
La richiesta di danni inoltrata dall’autore fa riferimento a qualsiasi episodio del gioco uscito dal 2007 ad oggi, compresi i due trailer di lunga durata, le guide ufficiali e la serie a fumetti. Ora come ora, tutto questo ammonterebbe ad un risarcimento di $1,05 milioni di dollari, che potrebbero diventare $5,25 milioni se il giudice ritenesse che Ubisoft ha volontariamente infranto questi copyright detenuti dall’autore.
Dulcis in fundo (si fa per dire), Beiswenger ha richiesto anche l’impedimento dell’uscita sul mercato di Assassin’s Creed III.
Resta da verificare, insomma, quanto di veritiero ci sia nelle accuse dello scrittore – sebbene alcune somiglianze siano abbastanza visibili, ma probabilmente casuali – per comprendere quanto questi si ritenga effettivamente leso da plagi fortuiti (o volontari, deciderà il giudice) del suo romanzo, e quanto invece Beiswenger non stia cercando di sfruttare l’occasione della sua vita per arricchirsi. Sta di fatto che, in ogni caso, difficilmente riuscirebbe ad impedire la release di ACIII, con Ubisoft che più probabilmente pagherebbe eventuali danni ulteriori richiesti dallo scrittore piuttosto che lasciarsi cancellare il progetto.
Staremo a vedere come la cosa si risolverà.