Non è nemmeno uscita, ma la Wii U comincia a raccogliere già le prime critiche. La più incisiva arriva da Peter Molyneux, “padre” di molti videogiochi capolavoro ed innovatore del settore, il quale nonostante sia avvezzo alle novità, afferma di non apprezzare quella della nuova console Nintendo. In particolare, secondo Molyneux, quello che dovrebbe essere il punto di forza della Wii U, e cioè il gamepad-tablet, in realtà potrebbe rivelarsi il suo punto debole.
Osservando i giocatori che l’hanno provata all’E3 di Los Angeles, ha affermato di aver notato degli sguardi tra lo sconcerto e lo smarrimento in quanto gli utenti capitava spesso che non capissero quale schermo guardare, e spesso andavano in confusione. Insomma, l’implementazione del doppio schermo potrebbe creare problemi alla giocabilità, e scoraggiare diversi giocatori.
Immediatamente sia la Sony che la Microsoft hanno colto al balzo l’occasione di tirare delle stoccate alla diretta concorrente. La casa americana si è immediatamente accodata al parere di Molyneux, affermando che non apprezza quest’idea, mentre quella simile della futura Xbox che prevede il sistema SmartGlass, in pratica un secondo schermo, non sarà così “invasiva” come nella Wii U. Mentre nella console Nintendo si devono tenere sott’occhio due schermi contemporaneamente, lo StartGlass sarà di supporto e non alternativo allo schermo televisivo.
Addirittura il presidente di Sony Yoshida ha definito la Wii U come facente parte di un altro mercato molto diverso da quello della PlayStation, e per questo non dovrebbero nemmeno entrare in competizione. A dare il colpo finale è stato Michael Pachter, analista di mercato specializzato in quello videoludico, che più che la console, ha criticato i videogiochi che ne accompagneranno l’uscita. Secondo lui l’intento della Nintendo è replicare il successo della Wii, ma mentre all’epoca c’erano alcuni giochi “trainanti” come Wii Sports che fecere letteralmente volare alle stelle le vendite, questa volta non sembra esserci un titolo altrettanto stuzzicante tra quelli proposti, e per questo c’è il rischio di un flop, almeno per i primi mesi.