Era un po’ che non si parlava del problema dei videogiochi usati. Dopo mesi di polemiche, ogni discorso era stato rinviato alle console di nuova generazione. Ora però che la Wii U è in piena campagna promozionale, è arrivato il momento di riparlarne. Tra le varie domande fatte ieri in fase di presentazione della Wii U a Milano, è stato chiesto anche se la Nintendo ha intenzione di avviare pratiche commerciali per ostacolare il mercato dei giochi usati.
La risposta di Scott Moffitt, executive vice president per la divisione sales and marketing di Nintendo of America è stata negativa, affermando che il mercato dei videogiochi usati è una realtà e che, essendo una cosa legale, non bisogna ostacolarla.
Non abbiamo implementato alcuna feature pensata per scoraggiare la vendita o l’acquisto di giochi usati. Non vogliamo eludere questo tipo di pratica
ha spiegato Moffitt. Ma sarà davvero così? Noi ce lo auguriamo, essendo sostenitori da tempo del mercato dei videogames usati, ma non ne siamo così certi. Non è un caso che poche ore dopo questa intervista, abbia cominciato a circolare una strana voce in rete. Pare che sempre la Nintendo voglia incentivare i publisher ad inserire i propri giochi sull’eShop.
In pratica la casa nipponica pare voglia finanziare, con incentivi definiti “folli”, il mercato del videogioco digitale, non soltanto per i giochi piccoli, ma per tutti, anche quelli venduti nei negozi. Traduzione: la Nintendo vuole promuovere il mercato dei giochi digitali e magari non scoraggiare, ma nemmeno favorire quello del supporto fisico. Questo inevitabilmente porterebbe ad una riduzione di titoli ottici circolanti, e di conseguenza un minor numero di compravendita di giochi usati, visto che un gioco digitale non si può rivendere. Questa scelta poi successivamente potrebbe spingere anche gli altri produttori come Microsoft e Sony ad intraprendere la stessa strada, togliendo ossigeno ai retailer.