SquareSoft (oggi Square-Enix) si è fatta strada fin dagli anni Ottanta grazie alla sua innata capacità di creare – attraverso il genio di Hironobu Sakaguchi – giochi di ruolo che si contraddistinguessero da tutti gli altri, capaci di far breccia nel cuore degli utenti e di restarci per decine di anni. È il caso di cui vi abbiamo parlato ieri, ad esempio, con Final Fantasy VII di cui gli appassionati chiedono ancora a gran voce un remake che arriverà in tempi probabilmente molto lontani.
Ebbene, nonostante la creazione di titoli rimasti nell’immaginario comune, non è a questi che spetta la palma di Final Fantasy più proficuo della storia.
Il titolo della saga che ha fruttato più denaro a Square-Enix, infatti – nonostante sia stato rilasciato solo su PC – è Final Fantasy XI, la prima esperienza online della serie.
Molto discusso ai tempi della sua uscita ma estremamente gradito ai fan dei primissimi Final Fantasy (si parla di elementi ripresi dai primi tre episodi), l’undicesimo capitolo non è riuscito a vendere dieci milioni di copie come fece Final Fantasy VII, ad esempio, ma ha garantito – in ben dieci anni trascorsi dalla sua release – un costante introito mensile alla software house grazie ai canoni di abbonamento versati dagli utenti.
È stato proprio Yoichi Wada, direttore della serie, a mettere in evidenza questo dato durante la conferenza che celebrava il decennale dall’uscita del gioco.
Visto l’afflusso fedele di utenti sui server di Final Fantasy XI, viene da domandarsi perché Square-Enix abbia deciso di lanciarsi nella creazione di Final Fantasy XIV, riuscita solamente a metà, piuttosto che seguitare a rafforzare un prodotto che, evidentemente, è piaciuto ai fan ed aveva tutto ciò di cui un MMORPG ha bisogno per funzionare.