Una sentenza della Corte di Giustizia Europea potrebbe scombinare i piani delle case distributrici di software che da anni si battevano contro il mercato dei videogiochi usati. Se rivendere un gioco su supporto fisico come un dvd era semplice, gli sviluppatori avevano deciso di puntare per il futuro sul mercato del digitale perché si sperava fosse ritenuto illegale rivendere le copie non fisiche, e soprattutto era più complicato. Ma ora la sentenza cambia tutto.
Nella decisione definitiva si legge:
Qualora il detentore del copyright mette a disposizione al suo cliente una copia – materiale o non materiale – e allo stesso tempo conclude, in forma di pagamento di una quota monetaria, il contratto di licenza, concede al cliente il diritto di utilizzare tale copia per un periodo illimitato: vendendo una copia al suo cliente, lo sviluppatore esaurisce il suo diritto esclusivo di distribuzione. Tale operazione permette dunque di poter trasferire il diritto di proprietà della copia.
Cerchiamo di capirla meglio. I giudici hanno infatti deciso che se il signor X acquista una copia digitale di un videogioco può rivenderlo ad un’altra persona, a patto però che abbia la licenza per farlo. Queste poche parole limitano così la compravendita selvaggia tra utenti comuni e di fatto lascia il compito di effettuare quest’operazione ai rivenditori autorizzati come Gamestop. In pratica con questa strategia tra qualche anno Gamestop e gli altri suoi “colleghi” si ritroveranno ad acquistare le copie digitali e a rivenderle tutte online esattamente come facevano prima con i supporti fisici.
Ma c’è un altro dettaglio. Come specifica la sentenza verso la fine, colui che effettua la vendita non può effettuarla più volte. E’ chiaro che, trattandosi di una copia digitale, c’è il rischio che l’acquirente la acquisisca una volta e la rivenda centinaia di volte. Proprio come per il supporto fisico, una volta venduta la copia è come se in archivio questa non ci fosse più, e per poterla rivendere deve essere riacquistata. Insomma, il mercato dell’usato non è destinato ad estinguersi ma solo a trasformarsi, con buona pace dei distributori di videogiochi a cui rimane l’unica arma dell’abbattimento dei prezzi. E’ chiaro che se un gioco nuovo costa 60 euro lo vado a cercare usato, ma se costa 20 lo compro originale. Ma EA, Valve e le altre case che effettuano già vendite online lo capiranno?