Dite la verità: quando avete acquistato il primo Assassin’s Creed e lo avete inserito nella vostra console, siete rimasti spiazzati nel ritrovarvi nei panni di un personaggio della nostra era, un comune cittadino odierno, mentre vi aspettavate che il gioco non facesse altro che mettervi nei panni di Altaìr ai tempi della Terza Crociata.
Da allora, la storia parallela di Desmond Miles – che giustifica i viaggi a ritroso nel tempo e su cui si fonda la teoria della memoria atavica che ci consentì di risalire ad Altaìr ed Ezio Audiotre un tempo, e a Connor prossimamente – ha sempre accompagnato ciascun episodio di Assassin’s Creed, che ha alternato le fasi storiche a quelle contemporanee.
Una strategia di narrazione che sta per giungere ad una fine.
O, almeno, questo è quanto ha dichiarato Alex Hutchinson, leader del team Ubisoft che sta lavorando ad Assassin’s Creed III. Senza mezzi termini, infatti, Hutchinson ha affermato che la storia di Desmond si protrae oramai da troppo tempo, e che – proprio per questo motivo – non può più davvero catturare l’attenzione dei giocatori. Ragion per cui, a suo avviso, deve avere termine:
È come se stessimo chiedendo ai nostri giocatori di ricordare i dettagli di una storia che sta andando avanti da sette anni. Immaginate i tempi delle scuole medie, mentre ora state concludendo il percorso all’università, e immaginate se noi venissimo lì a chiedervi di ricordarvi passo passo tutto ciò che facevate alle scuole medie! Le cose che durano troppo a lungo nel tempo, perdono di rilevanza e brillantezza. Per questo motivo, la storyline di Desmond deve finire.
Parole estremamente chiare, quelle di Hutchinson, che ora ci lascia con nuovi interrogativi: già in Assassin’s Creed III assisteremo all’addio a Desmond Miles? Come sarà risolta la sceneggiatura a lui inerente? E, tagliando i collegamenti con il presente e con l’Animus, come sarà possibile – negli episodi futuri – vestire i panni degli Assassini del passato?