Al momento del lancio di Final Fantasy XIII, Square-Enix premesse da subito che non si sarebbe trattato di un normale episodio, ma piuttosto dell’apertura di una mini-serie all’interno del brand principale, che sarebbe andata avanti per un po’.
Oggi, con i lavori in corso sul terzo episodio della tredicesima Fantasia Finale, nessuno di noi potrebbe darle torto.
Da subito, Lightning e compagni sono stati al centro di episodi pieni di grandi innovazioni per la serie, con Final Fantasy XIII che aveva fatto storcere il naso ai puristi sopratutto per l’eccessiva linearità dei percorsi e per la quasi totale mancanza di sotto quest e free-roaming, che invece da più di vent’anni hanno caratterizzato tutti gli episodi precedenti.
Con Final Fantasy XIII-2 la software house nipponica ha cercato di correre ai ripari, offrendo enormi quantità di obiettivi da raggiungere e nuovi luoghi da esplorare, ed ottenendo un non indifferente successo commerciale.
Ora è il turno di Lightning Returns: Final Fantasy XIII, che riprenderà la sceneggiatura proprio da quanto visto nel XIII-2, e che sta facendo parlare di sé per le ulteriori innovazioni che Square intende proporre. Una su tutte, lo stile di alcune nuove ambientazioni, che saranno ispirate alla Londra dei tempi della Rivoluzione Industriale.
Tuttavia, al momento è anche il logo del gioco a far parlare di sé (ve lo abbiamo mostrato in testa all’articolo), poiché i più maligni lo vorrebbero essere ispirato e un po’ copiato da quello utilizzato da Bethesda per il suo The Elder Scrolls V: Skyrim. Un confronto di cui invece Yoshinori Kitase, producer del gioco, non vuole nemmeno sentire parlare: “volevamo semplicemente che il logo potesse dare una idea di quanto innovativo sarà il gioco. Lo stemma classico di Final Fantasy utilizzava un font delicato e delle illustrazioni che rappresentavano il gioco, qui abbiamo optato per un nuovo carattere e per un emblema dai tratti netti, appuntiti, molto diverso da quanto visto in passato. Non ci siamo ispirati in nessun modo al logo di Skyrim, anche se molti dei ragazzi del mio team si divertono molto con il gioco Bethesda.”
Una smentita secca, quella di Kitase, che difende a spada tratta il suo nuovo logo.