Eguagliare un successo come Dead Island non è di certo un’impresa da poco. Specialmente per una piccola casa sviluppatrice come Techland che prima di questo gioco era conosciuta solo per Call of Juarez. Così prima di realizzare il seguito di quel capolavoro, gli sviluppatori ci hanno pensato bene, se la sono presa comoda, ed alla fine hanno partorito l’idea.
Ci siamo chiesti “abbiamo abbastanza idee da sfruttare pur rimanendo nella medesima ambientazione, oppure bisogna cambiare scenario per ottenere un’esperienza nuova?”
La risposta a questa domanda è stata una via di mezzo. Le idee c’erano, ma per non rischiare di produrre un doppione, ci si è allontanati un po’ da Banoi. Come avevamo già anticipato in un precedente post, non è più un mistero che i protagonisti di questo secondo capitolo, Riptide, saranno sempre gli stessi del primo che, scappati dall’isola in elicottero, vengono sorpresi da una tempesta e si ritrovano di nuovo a dover sopravvivere su un’altra isola infestata dagli zombie.
Stavolta però c’è qualcosa di diverso, e la spiega Sebastian Reichert, creative director presso Deep Silver:
Il gameplay di stampo difensivo, la barca e lo sviluppo dei personaggi sono tutti elementi nuovi rispetto all’originale Dead Island. Lì la bellezza dell’isola dipendeva spesso dalle creazioni dell’uomo: resort, hotel e così via, mentre il fattore ‘paura’ era affidato agli zombie. Ora le cose sono cambiate: Palenai è un’isola piena di bellezze naturali, come le cascate, contrapposte a calamità naturali come le tempeste, i monsoni e la pioggia. E, naturalmente, gli zombie.
Dunque ci muoveremo non sulla stessa isola ma su una vicina, e dovremo cercare di sopravvivere nella natura selvaggia senza l’aiuto dei mezzi e degli edifici che caratterizzavano Banoi. Siamo curiosi di vedere come si svilupperà la guida della barca con gli zombie che possono spuntare dall’acqua, o la trama “oscura” come l’hanno definita gli sviluppatori. Di certo si tratta di una scommessa importante da cui dipenderà il proseguio della saga.