In questi ultimi anni abbiamo assistito a diverse limitazioni dei videogiochi, più o meno condivisibili (personalmente non sono mai condivisibili). Ma questa le batte tutte. La ricca e aperta Germania ha infatti vietato la commercializzazione di Dead Island: Riptide all’interno dei propri confini. La decisione scioccante, e che manderà su tutte le furie le migliaia di fans del gioco (il primo titolo ha venduto più di 30 mila copie nel Paese) è che si incita alla violenza su altri esseri umani.
Questa la motivazione ufficiale:
la vendita di videogiochi che incoraggiano la violenza verso esseri umani o comunque simili a persone è vietata. Non importa quali siano i nemici, finché hanno un aspetto umano è un problema. Nel caso di Dead Island è stato un problema poter attaccare gli zombie dopo la loro morte, perché si tratta di mutilazione di cadavere
ha spiegato Sebastian Reichert, produttore del titolo. Sinceramente trovo la censura a dir poco folle. Da quando la Germania vieta videogiochi in cui si ammazzano le persone? Se la legge fosse uguale per tutti allora, l’80% dei videogiochi non dovrebbero essere venduti. Perché sono ammessi gli altri giochi con zombie come Resident Evil? E quelli di guerra? E che dire di altri come Far Cry 3 in cui si ammazzano persone vive e non si è nemmeno in guerra? La contestazione Reichert la manifesta portando ad esempio Gears of War 3:
Sono veramente confuso, i nemici in Gears of War 3 sono umanoidi e si può ucciderli in maniera molto truculenta, dov’è la differenza? Eppure è in vendita in Germania. È assurdo che dopo aver realizzato uno dei titoli più di successo degli ultimi anni nessuno nel tuo Paese ne sappia nulla.
In passato solo l’Australia si era comportata in questo modo, ma il fatto che anziché aprirsi a nuovi tipi di intrattenimento anche altri Paesi si stiano chiudendo, fa riflettere. In Italia per fortuna non esiste nessuna censura, e speriamo non venga mai presa in considerazione.