In seguito alla strage di Newtown in cui un pazzo è entrato in una scuola ed ha ucciso venti bambini, tutto il mondo si è scagliato di nuovo contro l’America, ed in particolare contro la sua legge che permette di vendere le armi come fossero caramelle. La lobby delle armi ha tentato di difendersi, addossando la colpa ai videogiochi. Secondo alcuni giornalisti manovrati ed alcuni politici repubblicani, la colpa non sarebbe delle armi vendute troppo facilmente, ma dei videogiochi violenti che scatenano la voglia di sparare nelle persone. Ovviamente le ricerche scientifiche che hanno seguito quest’accusa l’hanno smontata pezzo per pezzo.
La potentissima lobby però non si è data per vinta ed ha deciso di passare al contrattacco. Mentre il Presidente Obama annuncia una legge che restringe il campo delle armi commercializzabili ed inserisce nuovi paletti per le autorizzazioni, la NRA, National Rifle Association, ha annunciato di aver sviluppato un videogioco. Ma come, proprio loro che sono contro i videogiochi?
L’idea è questa: creare una app per smartphone e tablet in cui le persone imparano a maneggiare i fucili d’assalto, le pistole e praticamente qualsiasi tipo di arma, anche quelle vietate dalla legge. Si chiama Practice Range ed è una sorta di manuale di istruzioni interattivo in cui l’utente “scarica” un’arma, ne impara i segreti e poi si esercita su obiettivi (ovviamente) virtuali. In questo modo non solo le persone sono maggiormente invogliate ad acquistare armi vere perché ormai, sentendosi sicure con il videogioco, si sentono convinte di poter maneggiare anche una vera arma da fuoco, ma non si sa mai, magari un giorno qualche altro pazzo deciderà di far fuori qualche altra decina di persone, e sul suo telefonino sarà trovato il videogioco che gli ha insegnato a sparare proprio con quell’arma. Sarebbe la prova perfetta che inchioderebbe il mercato dei videogiochi e che, nella loro ottica, dovrebbe salvare il mercato delle armi.