Dopo i vari Dead Island, Ninja Gaiden ed altri titoli più o meno limitati, ora anche Splinter Cell cede alla censura. Anche se stavolta sarebbe meglio parlare di auto-censura. Per essere più precisi parliamo di Blacklist, l’ultimo nato nella saga di Sam Fisher che uscirà il prossimo 20 agosto, e della scena tanto contestata in cui un agente infiltrato viene torturato per farlo parlare. Una scena che nei film abbiamo visto centinaia di volte, ma che probabilmente in molti non hanno ritenuto consona per un prodotto che finisce in mano a dei ragazzini.
Tutto è nato dall’ultimo E3 del giugno scorso quando sono state mostrate le prime immagini del gioco ai giornalisti di tutto il mondo. La scena è stata ritenuta particolarmente cruda e gli sviluppatori Ubisoft Toronto sono stati fortemente criticati per tale scelta. Per questo hanno così deciso di auto limitarsi e tagliare la scena più cruenta. In effetti dalle immagini dei vari trailer che si sono susseguiti negli ultimi mesi è evidente come il gameplay si sia fatto più violento, ma non abbiamo trovato un’escalation diversa da quella di altri giochi.
Ad ogni modo la Ubisoft si è tutelata e per evitare che alcuni Paesi con una soglia di sopportazione molto bassa (vedi Australia e Germania) potessero bloccare le vendite del gioco, hanno preferito eliminare del tutto le parti più violente.
Siamo arrivati in uno strano clima emotivo quando il nostro intrattenimento popolare raffigura spesso la tortura come vivacemente efficace, piuttosto che letteralmente la cosa peggiore che un essere umano possa fare ad un altro. In verità sì, peggio persino di uccidere. Ho trascorso un paio di giorni mi vergognavo di essere un giocatore, di giocare o avere simpatia per i giochi militari, di essere interessato ad una qualsiasi di queste s…te
si è scusato l’autore Tom Bissell nel periodo immediatamente successivo alle critiche ricevute. Insomma, gli autori hanno dimostrato che Splinter Cell ci tiene al feedback del pubblico. Vedremo se poi il pubblico apprezzerà questa mossa.