Le voci che circolano in questi ultimi tempi delle nuove console che non permetterebbero di giocare con i videogiochi usati hanno creato sconforto nel pubblico, ma soprattutto hanno mandato nel panico la principale catena mondiale di giochi usati, GameStop. Dopo che la Sony ha dichiarato guerra a questo mercato che, è bene ricordarlo, è legale a differenza del mercato dei giochi masterizzati, si è unita anche la Microsoft che ha annunciato un sistema nella sua nuova Xbox che permetterà di giocare solo a giochi nuovi.
L’insistenza su queste voci ha fatto crollare il titolo in borsa dell’azienda, facendole perdere il 6,8% del valore nel giro di poche settimane. Un gran danno se consideriamo che fino all’anno scorso produceva numeri eccezionali con un fatturato in costante crescita. Evidentemente, basando il suo core business sui videogiochi usati (vende anche quelli originali però), gli investitori hanno pensato che ormai questa azienda fosse prossima alla fine. Oggi è arrivata la contromossa.
Sul sito ufficiale di GameStop è stato avviato un sondaggio in cui si chiedeva agli utenti se fossero disponibili ad acquistare una console che non permetteva di giocare con videogiochi usati. In migliaia hanno risposto ed il risultato che ne è scaturito è stato che il 60% degli utenti rimarrebbe con la console vecchia pur di continuare a comprare giochi scontati. Ora, questo sondaggio lascia un po’ il tempo che trova dato che, essendo stato fatto sui clienti di GameStop, è chiaro che questi apprezzano l’usato. Ma comunque potrebbe risultare un campanello d’allarme per Sony e Microsoft impaurite dal rischio flop nelle vendite.
Un po’ per la crisi o per altri motivi, il pericolo che un investimento così pesante non venga ripagato c’è, e per questo si vocifera di prezzi delle console tenuti volutamente bassi, vicini al prezzo di costo, proprio per invogliare la gente ad acquistarle. Ma forse potrebbe non bastare, visto quanto accaduto con la Wii U venduta sotto costo (o almeno così dicono), ma che ha fatto registrare numeri inferiori alle aspettative. Nel frattempo GameStop ha deciso di tagliare i costi ed ha annunciato la chiusura di 250 negozi nel 2013, di cui 200 negli Stati Uniti, ma la contemporanea apertura di altri negozi in Paesi considerati “strategici”, probabilmente India e Cina che sono due mercati praticamente vergini e potenzialmente pronti ad esplodere. Sempre che l’usato resti possibile anche nei prossimi anni.