Videogiochi gratis per tutti. A fare questo annuncio non è un politico a caccia di voti, ma il CEO di EA, probabilmente la più importante casa sviluppatrice del mondo. Secondo Peter Moore infatti il futuro dei videogiochi sarà il free-to-play, e le prime avvisaglie le stiamo avendo già oggi. Non soltanto per il successo di alcuni free games come Minecraft, ma anche sulla scorta dei social games. Ed è questa la strada da perseguire, secondo Moore.
Il sistema dopotutto non sarà diverso da quello in voga oggi, soltanto che varrà per tutti. In breve, oggi accade che si acquista un gioco, ma poi tra DLC e gadget vari il prezzo raddoppia. Per evitare il calo delle vendite, si sta pensando di trasportare tutto in digitale, in modo che un gioco base costi più o meno la metà, ma con la sua vendita ed i DLC l’azienda guadagni comunque bene.
Quando il mercato del digitale sarà maturo, tutti i videogames diventeranno simili ai social games di Facebook: scaricarli e giocarci sarà gratuito, ma per scoprire in pieno il gioco e per sfruttarlo al massimo, bisognerà pagare. La metafora perfetta la indica proprio Moore:
In fin dei conti, per fare un esempio, nessuno mi chiede dei soldi quando entro in un negozio in un centro commerciale. Posso guardare la merce, godermi la musica, ma se voglio acquistare qualcosa devo metter mano al portafoglio.
Sicuramente è un bel rischio visto che, allettati dalla gratuità di un gioco, degli utenti potrebbero iniziarlo ma poi potrebbero non voler spender soldi, facendo abbassare le entrate degli sviluppatori, ma anche facendo allontanare i giocatori che non possono effettuare transazioni online come i minorenni. Ma questo aspetto non sembra preoccupare la EA secondo cui
alla fine le microtransazioni saranno presenti in ogni titolo, ma i giochi o l’accesso agli stessi sarà completamente gratuito. Credo che sia inevitabile che questo accada entro i prossimi cinque anni, dieci al massimo.
Staremo a vedere.