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The Elder Scrolls Online diventerà realtà

Se ne è parlato davvero a lungo – anche considerata l’evoluzione degli RPG moderni, che praticamente non possono quasi più fare a meno di una componente online – e finalmente The Elder Scrolls Online diventerà realtà. Per la prima volta, quindi, potremo esplorare le terre di Tamriel senza più trovarci costretti entro dei confini, vagando per le sue lande indisturbati tra decine di altri giocatori. O, almeno, questo è quello che promettono i ragazzi di ZeniMax Online Studios che stanno già lavorando al progetto.

ZeniMax registra il marchio “Dawnguard”

ZeniMax Media Company, ossia la società che possiede, tra le altre, la famosa Bethesda Softworks, ha di recente registrato un nuovo marchio, Dawnguard, che sarà destinato all’utilizzo nel mercato dei videogames. La nota, infatti, parlava di una registrazione per un uso “come software videogame su computer, console o dispositivi wireless“. Una spiegazione che non lascia spazio ai dubbi.

Dubbi che, invece, rimangono vivi in altri ambiti: ZeniMax, infatti, non ha anticipato che cosa Dawnguard sarà a tutti gli effetti, e le speculazioni in tal proposito si sprecano. Bethesda Softworks, come sapete, è infatti la software house che si nasconde dietro alla pluripremiata saga The Elder Scrolls, e non è difficile immaginare che il nuovo marchio possa essere stato richiesto proprio da quest’ultima per  estendere il suo recente Skyrim.

Bethesda e Mojang, pace fatta

È nato tutto diversi mesi fa, quando Mojang si è messa al lavoro su un nuovo titolo, capitanata da Markus Persson (noto per essere l’autore di Minecraft), e – tra le tante alternative disponibili – ha scelto di intitolarlo proprio Scrolls. Se siete patiti di videogiochi, difficilmente questo nome non vi rimanderà il pensiero a The Elder Scrolls, la celebre saga di giochi di ruolo open world di Bethesda Softworks.

Così, venuta a conoscenza delle intenzioni di Mojang, Bethesda ha fatto valere la carta sonante, muovendo causa alla software house di Persson con l’accusa di voler sfruttare come titolo parte di un marchio già da loro registrato, The Elder Scrolls, appunto.

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